domenica 25 giugno 2017

Le ragazze Scrivevano

Omaggio a Zavoli
"Le ragazze scrivevano

Le ragazze scrivevano,
Le ragazze scrivevano i limoni sulla sabbia,
e con la mano cancellavano in fretta segni e
offerti.
A rischio di un ondata,
chi sa se sono stato,
nelle storie vissute grazie a un dito che
scrive sulla rena.
 Se il gioco era un segnale
dopo, ogni nome ha una larva
di qualche cosa, o di un icone,
senza idee. 

venerdì 23 giugno 2017

La paranza dei bambini


La paranza, dei bambini


Omaggio a "Saviano"


La paranza è un gruppo di bambini,
che pensa solo a fare soldi'.
La paranza è un gruppo di bambini emarginati, dalla scuola
dagli studi  e dalla vita.
Hanno altri miti per la testa, il denaro.
La paranza non è la vita per un ragazzo, che vive in una
qualsiasi metropoli, che non ha punti di riferimento.

giovedì 22 giugno 2017

Africo


Africo omaggio a (Stajiano)


Africo è una terra  di fuoco,
Africo è una terra di bellezze.
Africo ha una storia chiusa in se.
Africo è un insieme di bellezze
con tutti i suoi problemi.

mercoledì 21 giugno 2017

Quello che vedo

Quello che vedo
Quello che vedo lo sento
quello che vedo lo sento dentro di me.
Quello che vedo 'è nella vita di tutti i giorni. 
Quello che vedo non sempre lo so vedere.

Un frutto.

Un frutto
Un frutto è buono come "una poesia".
Un frutto puo' essere buono da mangiare,
un frutto puo' essere dolce.

Coltivo una rosa bianca

"Ho deciso di pubblicare questa posia di "Martiz Josè"

Coltivo una rosa bianca,
in luglio come in gennaio,
per l'amico sincero
che mi porge la sua mano franca.
E per il crudele che mi strappa,
il cuore con cui vivo.
ne il cardo ne orica coltivo:
Coltivo la rosa bianca,

Fratelli Giuseppe Ungaretti

Ho deciso di pubblicare questa poesia

Fratelli Ungaretti

Di che reggimento siete
fratelli?
Parlora tremante
nella notte,
Foglia appena nata.
Nell'aria spasimante
involontaria rivolta dell'uomo
presente alla sua.

martedì 13 giugno 2017

Poesie


Cordova
Cordova 
Lontana e sola.


Cavallina nera, grande luca
e olive nella mia bisaccia.
Pur conoscendo le strade mai
piu' arriverò a  Cordova.


Nel piano nel vento Cavallina nera,
luna rossa.
La morte mi sta guardando, dalle torri di
Cordova.


Ah che strada lunga'
Ah la mia brava calla'.
Ah, che morte che attende.
prima di giungere a Cordova


Cordova lontana e sola. .


Ho deciso di omaggiare Garcia lorca.

Passato




Passato  / Vincenzo Cardarelli)




I ricordi, queste ombre sono troppo lunghe,
del nostro breve corpo,
questo strascico di morte
che noi lasciamo vivendo
i lugubri e durevoli, ricordi,
eccoli già apparire
melanconici e muti
fantasmi e agitati da un vento funebre.
E tu non sei più che un ricordo.
Sei trapassata nella mia memoria
Ora si, posso dire che mi appartieni
e qualche cosa fra noi è accaduto
irrevocabilmente.
Tutto fini, così rapido'.
Precipitoso e lieve.
Il tempo ci raggiunse.
Di fuggevoli istanti ordi una storia ben chiusa
e triste.
Dovevamo saperlo che l'amore brucia la vita e ci fa volare.

domenica 11 giugno 2017

In Casa Sul Mare

Ho deciso di pubblicare questa poesia di Montale
recitata  Gassman in Casa sul Mare 

https://www.youtube.com/watch?v=oWRa5n_8ukw&t=7s

Dora Markus

Ho deciso di Pubblicare Dora Markus,

 Eugenio Montale.

I

Fu dove il ponte di legno
mette a Porto Corsini sul mare alto
e rari uomini, quasi immoti, affondano
o salpano le reti. Con un segno
della mano additavi all'altra sponda
invisibile la tua patria vera.
Poi seguimmo il canale fino alla darsena
della città, lucida di fuliggine,
nella bassura dove s'affondava
una primavera inerte, senza memoria.

E qui dove un'antica vita
si screzia in una dolce
ansietà d'Oriente,
le tue parole iridavano come le scaglie
della triglia moribonda.

La tua irrequietudine mi fa pensare
agli uccelli di passo che urtano ai fari
nelle sere tempestose:
è una tempesta anche la tua dolcezza,
turbina e non appare.
E i suoi riposi sono anche più rari.
Non so come stremata tu resisti
in quel lago.
d'indifferenza ch'è il tuo cuore; forse
ti salva un amuleto che tu tieni
vicino alla matita delle labbra,
al piumino, alla lima: un topo bianco
d'avorio; e così esisti!

II

Ormai nella tua Carinzia
di mirti fioriti e di stagni,
china sul bordo sorvegli
la carpa che timida abbocca
o segui sui tigli, tra gl'irti
pinnacoli le accensioni
del vespro e nell'acque un avvampo
di tende da scali e pensioni.

La sera che si protende
sull'umida conca non porta
col palpito dei motori
che gemiti d'oche e un interno
di nivee maioliche dice
allo specchio annerito che ti vide
diversa una storia di errori
imperturbati e la incide
dove la spugna non giunge.

La tua leggenda, Dora!
Ma è scritta già in quegli sguardi
di uomini che hanno fedine
altere e deboli in grandi
ritratti d'oro e ritorna
ad ogni accordo che esprime
l'armonica guasta nell'ora
che abbuia, sempre più tardi.

È scritta là. Il sempreverde
alloro per la cucina
resiste, la voce non muta,
Ravenna è lontana, distilla
veleno una fede feroce.
Che vuole da te? Non si cede
voce, leggenda o destino.
Ma è tardi, sempre più tardi.
Ho deciso di pubblicare questa poesia,
Poesia sulle donne
E  il battito giusto nell'attito esatto, e io quello distratto da un colpo di vento, ti rubo le olive dal piatto, palpito del momento, istante nello stesso tempo. È bello vederti scorrere e sbirciare ogni fotogramma fino a mettere in moto l'intensione. Barca che prende il largo. Siediti accanto, il percorso è tutto da inventare, inversamente verosimili, troviamo un gioco di ombre in cui ripercorrere lo stupore