venerdì 2 maggio 2008

ALCUNE MIE POESIE

Queste poesie, le ho scritte quest' estate,
per varie ragioni.Prima ero un lettore assiduo di poesie,
adesso leggo altre cose
con più calma.

LE ANATRE

Amo le anatre perché starnazzano.

Amo le galline perché fanno le uova.

Ma gli uomini spesso fanno gesti peggiori degli

animali.

FARSI ACCETTARE


E’difficile farsi accettare se non si hanno tutte le qualità.

E’ difficile farsi accettare se non sei un personaggio noto.

L’accettazione da parte di una persona gli deve venire spontanea.


PARLARE


Quando parlo cerco di dire quello che penso.

Quando parlo, mi escono dalla bocca

parole che non dico mai.

Per questo mi esprimo scrivendo.


ALLE MADRI


Ho scoperto che ci sono persone che stanno peggio.

Quando ascolto le madri che hanno avuto difficoltà cerco

di percepire il loro dolore.

Alle madri gli dico di andare avanti per non arrendersi.


TUTTO

Tutto è bello,

tutto mi fa paura.

Tutto mi attrae perché ho curiosità.


L’ ESTATE

L’estate arriva quando non te ne accorgi.

L’estate è una nevrosi,

per questo non la amo.



IL COMPUTER


Il computer per me è diventato un mezzo

per parlare fino in fondo con gli altri.

Con il computer, mi trovo a “mio agio”,

dato che non guardo in faccia le persone.

Il computer è diventato una parte della mia vita,

con il computer guardo dagli indirizzi delle biblioteche,

fino agli orari del giorno.

Insomma la vita è diventata tutta un computer.



LA PERSONA


Ho ascoltato tante persone,

quando uscivo per portare il cane,

mi fermavo e osservavo.

Osservavo i loro passi, nelle donne osservavo

il loro portamento.

Ho ascoltato tante persone che mi chiedevano di me,

che avevano letto il mio libro “non avevo le parole”,

scritto con mio padre.

Mi sono chiesto avranno avuto problemi anche loro con i figli’.

A volte le parole sono fragili.

Si esprimono in modo diverso le persone.

Il bambino piange, l’adolescente sogna,

L’adulto scrive.


RIDERE


Rido dentro di me,

quando sono giù, o vedo uno spettacolo che mi piace,

anche nei momenti difficili, rido.


I GIORNALISTI


Ci sono stati otto giornalisti, che sono morti contro la mafia in Sicilia ,

che non hanno saputo ridere, perché non hanno avuto il tempo.

Nel mondo politico è difficile ridere, anzi c’è da spegnere la tv,

perché c’è molto male dentro, lo dobbiamo combattere tutti.


CAMMINO


Cammino per strada come un pazzo,

cammino e acciacco il letame degli animali.

Altre volte senza guardare, mi accorgo di aver

dimenticato il cellulare.

Ah, è dura la vita senza cellulare, mi accorgo che non posso farne a meno.

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